Il Made in Italy è un simbolo di qualità, creatività, artigianalità e innovazione riconosciuto a livello globale. Nel contesto attuale, caratterizzato da dinamiche economiche complesse, espandere la propria presenza all'estero è diventata una necessità per le aziende italiane, poiché il mercato domestico non è sufficiente per garantire una crescita sostenibile.
Proprio per questo, la sfida di affermarsi sui mercati internazionali richiede una strategia chiara e definita che integri innovazione, internazionalizzazione e adeguate soluzioni finanziarie.
In questo articolo approfondiremo l’export del Made in Italy, partendo dall’analisi dello scenario macroeconomico, per passare agli elementi chiave per competere sui mercati esteri, all'importanza dell'internazionalizzazione e del trade finance per arrivare ai fattori strategici che possono supportare le aziende italiane nel loro percorso di sviluppo internazionale.
LO SCENARIO MACROECONOMICO DEL MADE IN ITALY
Il Made in Italy si è da sempre distinto per la sua capacità di adattamento e resilienza di fronte a contesti macroeconomici sfidanti. Negli ultimi anni, le esportazioni italiane hanno dimostrato una crescita significativa, evidenziando la forza di settori chiave come la moda, l’agroalimentare e il chimico. Nonostante le tensioni geopolitiche, la domanda di prodotti italiani di alta qualità continua a crescere, contribuendo a mantenere una solida reputazione dei marchi più noti a livello globale.
Secondo i dati diffusi dall’Indagine conoscitiva sul Made in Italy di Confcommercio, l’Italia si colloca tra i primi dieci esportatori mondiali, con una spiccata vocazione estera che la posiziona immediatamente dopo la Germania. Circa il 75% dell'export nazionale proviene da settori strategici come macchinari, metallurgia, moda, autoveicoli, agroalimentare, chimica e farmaceutica. Tra i comparti del Made in Italy, il comparto vini e bevande domina il mercato globale con una quota del 9,4%, seguito dal tessile/abbigliamento (6,1%), dai mobili (6,0%), dai macchinari (5,4%) e dai gioielli (5,0%).
Analizzando i principali partner commerciali dell'Italia, emerge che il primo mercato di sbocco rimane la Germania, seguita dagli Stati Uniti, balzati al secondo posto superando la Francia, in un contesto che vede comunque i partner U27 rappresentare poco meno della metà del complesso delle esportazioni. Le aziende italiane devono affrontare la concorrenza di realtà come Cina, Polonia, India e Vietnam, che competono principalmente su questioni di costo, e di Germania, Francia, Spagna e Regno Unito, che in alcuni settori offrono prodotti simili a quelli prodotti nel nostro Paese.
L’Indagine coinvolge circa 140.000 aziende italiane esportatrici, molte delle quali sono microimprese che accedono ai mercati esteri per necessità contingenti, senza purtroppo riuscire a consolidare una presenza duratura. Pertanto, è fondamentale promuovere misure di finanza agevolata per incrementare il numero di imprese che fanno export e rafforzare le operazioni di quelle già attive sui mercati internazionali.
Vanno in questo senso, per esempio, gli Accordi di Libero Scambio e i partenariati europei, che rappresentano un contesto normativo fondamentale per distribuire i prodotti italiani all'estero. Recenti accordi con Paesi come Canada e Giappone hanno incluso il riconoscimento di centinaia di indicazioni geografiche, riducendo notevolmente il fenomeno dell'Italian sounding e permettendo ai nostri prodotti di eccellenza di accedere ai mercati di riferimento.
A livello nazionale, invece, l'attività di promozione del Made in Italy si è intensificata a partire dal 2015 con gli stanziamenti del Piano straordinario per la promozione del Made in Italy e l’attrazione degli investimenti. Questo programma ha continuato ad ottenere fondi governativi, fino ad arrivare allo stanziamento di 168,7 milioni di euro per il biennio 2022/23 e di 149,7 milioni per il 2024. Grazie a questi interventi, nel 2023 la spesa per la promozione delle imprese italiane all’estero ha raggiunto i 220,3 milioni di euro, investiti soprattutto in eventi sportivi e fiere.