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Lo sviluppo dell’export del Made in Italy

Strategie, strumenti e soluzioni per le aziende italiane nel contesto globale
10.02.2025

Il Made in Italy è un simbolo di qualità, creatività, artigianalità e innovazione riconosciuto a livello globale. Nel contesto attuale, caratterizzato da dinamiche economiche complesse, espandere la propria presenza all'estero è diventata una necessità per le aziende italiane, poiché il mercato domestico non è sufficiente per garantire una crescita sostenibile.

Proprio per questo, la sfida di affermarsi sui mercati internazionali richiede una strategia chiara e definita che integri innovazione, internazionalizzazione e adeguate soluzioni finanziarie.

In questo articolo approfondiremo l’export del Made in Italy, partendo dall’analisi dello scenario macroeconomico, per passare agli elementi chiave per competere sui mercati esteri, all'importanza dell'internazionalizzazione e del trade finance per arrivare ai fattori strategici che possono supportare le aziende italiane nel loro percorso di sviluppo internazionale.

 


LO SCENARIO MACROECONOMICO DEL MADE IN ITALY
 

Il Made in Italy si è da sempre distinto per la sua capacità di adattamento e resilienza di fronte a contesti macroeconomici sfidanti. Negli ultimi anni, le esportazioni italiane hanno dimostrato una crescita significativa, evidenziando la forza di settori chiave come la moda, l’agroalimentare e il chimico. Nonostante le tensioni geopolitiche, la domanda di prodotti italiani di alta qualità continua a crescere, contribuendo a mantenere una solida reputazione dei marchi più noti a livello globale.

Secondo i dati diffusi dall’Indagine conoscitiva sul Made in Italy di Confcommercio, l’Italia si colloca tra i primi dieci esportatori mondiali, con una spiccata vocazione estera che la posiziona immediatamente dopo la Germania. Circa il 75% dell'export nazionale proviene da settori strategici come macchinari, metallurgia, moda, autoveicoli, agroalimentare, chimica e farmaceutica. Tra i comparti del Made in Italy, il comparto vini e bevande domina il mercato globale con una quota del 9,4%, seguito dal tessile/abbigliamento (6,1%), dai mobili (6,0%), dai macchinari (5,4%) e dai gioielli (5,0%).

Analizzando i principali partner commerciali dell'Italia, emerge che il primo mercato di sbocco rimane la Germania, seguita dagli Stati Uniti, balzati al secondo posto superando la Francia, in un contesto che vede comunque i partner U27 rappresentare poco meno della metà del complesso delle esportazioni. Le aziende italiane devono affrontare la concorrenza di realtà come Cina, Polonia, India e Vietnam, che competono principalmente su questioni di costo, e di Germania, Francia, Spagna e Regno Unito, che in alcuni settori offrono prodotti simili a quelli prodotti nel nostro Paese.

L’Indagine coinvolge circa 140.000 aziende italiane esportatrici, molte delle quali sono microimprese che accedono ai mercati esteri per necessità contingenti, senza purtroppo riuscire a consolidare una presenza duratura. Pertanto, è fondamentale promuovere misure di finanza agevolata per incrementare il numero di imprese che fanno export e rafforzare le operazioni di quelle già attive sui mercati internazionali.

Vanno in questo senso, per esempio, gli Accordi di Libero Scambio e i partenariati europei, che rappresentano un contesto normativo fondamentale per distribuire i prodotti italiani all'estero. Recenti accordi con Paesi come Canada e Giappone hanno incluso il riconoscimento di centinaia di indicazioni geografiche, riducendo notevolmente il fenomeno dell'Italian sounding e permettendo ai nostri prodotti di eccellenza di accedere ai mercati di riferimento.

A livello nazionale, invece, l'attività di promozione del Made in Italy si è intensificata a partire dal 2015 con gli stanziamenti del Piano straordinario per la promozione del Made in Italy e l’attrazione degli investimenti. Questo programma ha continuato ad ottenere fondi governativi, fino ad arrivare allo stanziamento di 168,7 milioni di euro per il biennio 2022/23 e di 149,7 milioni per il 2024. Grazie a questi interventi, nel 2023 la spesa per la promozione delle imprese italiane all’estero ha raggiunto i 220,3 milioni di euro, investiti soprattutto in eventi sportivi e fiere.

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I TREND DELL’EXPORT MADE IN ITALY
 

Se è vero che nel biennio 2021/2022 i dati dell’export hanno evidenziato una crescita rispetto al periodo della pandemia, è altrettanto vero che la situazione economica internazionale ha fortemente condizionato il 2023, decretando una battuta d’arresto nelle esportazioni proseguita anche nel 2024, penalizzato dalla debolezza delle domanda tedesca, dalla crisi europea dell’automotive e dalla frenata del lusso, in particolare in Cina, tradizionale traino delle vendite di prodotti Made in Italy.

Secondo le previsioni del Research Department di Intesa Sanpaolo, l’andamento delle esportazioni italiane è atteso migliorare già a partire dal 2025, grazie alle aspettative di ripartenza della domanda europea e al mantenimento di un buon livello competitivo dell’offerta italiana. A livello settoriale, il Rapporto Analisi dei Settori industriali, pubblicato ad ottobre dal Research Department di Intesa Sanpaolo e Prometeia, segnala che le prospettive sui mercati internazionali appaiono migliori per i settori della farmaceutica, della cosmesi e dell’alimentare e bevande; anche settori più penalizzati nell’ultimo biennio, come la meccanica o il sistema moda, sono però attesi recuperare slancio, grazie al maggiore dinamismo della domanda europea ed al mantenimento di ottimi ritmi di crescita dell’economia statunitense.

Proprio gli USA meritano un breve approfondimento poiché l’esito delle recenti elezioni presidenziali vinte da Donald Trump potrebbe influenzare sensibilmente l’andamento del commercio mondiale, e quindi anche di un paese grande esportatore come l’Italia, che vede negli Stati Uniti un importante mercato di sbocco:  secondo le ultime analisi pubblicate dal Research Department, settori di punta dell’industria italiana come Meccanica, Alimentare e bevande, Automotive e Sistema moda destinano al mercato USA oltre il 12% del loro export complessivo.

Nel momento in cui scriviamo, le informazioni ufficiali non consentono di prevedere quali saranno i provvedimenti effettivi adottati nei confronti dell’Europa, e dell’Italia, che comunque già esportano in un regime di dazi (introdotti durante la prima amministrazione Trump). Pur non sottovalutando i diversi scenari che potrebbero materializzarsi, come l’ulteriore inasprimento delle tariffe attualmente in vigore, alcuni fattori inducono a propendere per un esito non così sfavorevole.

L’importanza strategica di alcune produzioni, sia per il potenziamento della base produttiva statunitense, come nel caso della Meccanica, sia per la fitta rete di investimenti Europa-USA (e Italia-USA), rendono altamente probabile l’adozione di soluzioni negoziali.

L’impatto dell’incertezza sul clima di fiducia potrebbe comunque essere significativo, anche nel caso in cui si dovessero raggiungere dei compromessi.

Alla luce di queste evidenze, è comunque importante che le imprese italiane che fanno dell’eccellenza Made in Italy il loro tratto distintivo riescano a trovare nuove strategie per intercettare la domanda in mercati non tradizionali e riuscire a mantenere la competitività.

 


GLI ELEMENTI CHIAVE E GLI STRUMENTI PER COMPETERE NEI MERCATI ESTERI
 

Il contesto incerto in cui si muovono oggi le imprese ha reso ancora più evidenti le sfide degli scambi commerciali esteri, incrementando la necessità di diversificare i mercati di sbocco per le esportazioni.

Va proprio in questa direzione l’analisi fornita dal Rapporto ICE 2023-2024, che incrocia i tassi di crescita attesi per le importazioni e la quota di mercato italiana per individuare i mercati che offrono le potenzialità più interessanti per le imprese italiane.

Per le PMI del Made in Italy diventa cruciale mirare al consolidamento dei tradizionali punti di forza, come il design e la qualità, per riuscire a mantenere le quote di mercato conquistate nel corso degli anni. In questo scenario, anche gli investimenti nella cosiddetta twin transition, che coniuga innovazione digitale e sostenibilità ambientale, possono risultare leve di crescita strategiche per migliorare i prodotti e aumentare il valore aggiunto percepito sul mercato.

Le aziende italiane che puntano sulle esportazioni, inoltre, devono necessariamente essere in grado di adattare l'offerta alle esigenze locali e implementare strategie di marketing mirate alla crescita sui mercati esteri. È importante puntare sulla conoscenza del mercato di destinazione, investendo in analisi di mercato, collaborazioni con partner locali ed eventi di networking.

Anche gli strumenti digitali possono essere strategici per cogliere nuove opportunità e superare le sfide nei mercati esteri: e-commerce, campagne di advertising o attività di digital export, per esempio, consentono di ottimizzare le vendite e raggiungere un pubblico più ampio, per amplificare ulteriormente la presenza del Made in Italy anche nei mercati più lontani e contribuire al successo delle imprese italiane all’estero.

 


L’IMPORTANZA DELL’ INTERNAZIONALIZZAZIONE E DEL TRADE FINANCE PER LO SVILUPPO DEL MADE IN ITALY
 

Competere sui mercati esteri non è facile. Le sfide che un’impresa deve affrontare per riuscire ad emergere e crescere sul lungo termine sono moltissime. Vendere all’estero è solo l’ultimo step di un percorso più complesso, che abbraccia l’internazionalizzazione in ogni suo aspetto, a partire dalla trasformazione digitale, che consente di accelerare la promozione e la vendita dei prodotti sui mercati esteri attraverso il digital export, per arrivare alle soluzioni di trade finance che facilitano le transazioni internazionali e consentono un accesso più agevole ai mercati esteri.

È proprio sulla necessità di spingere sulla digitalizzazione come via per potenziare le esportazioni che punta i riflettori il Rapporto ICE, che cita i dati DESI (Digital Economy Society Index) per evidenziare quanta strada abbiano ancora da fare le imprese italiane per poter essere competitive in questo ambito. Nel 2023, infatti, l’Italia è risultata ancora al di sotto della media europea in termini di adozione delle tecnologie digitali: è sempre più necessario un cambio di passo per poter davvero fare la differenza.

Accordi con piattaforme internazionali di e-commerce e servizi di consulenza digitale si rivelano strumenti essenziali per le aziende italiane desiderose di espandere la propria presenza sui mercati globali, e l’utilizzo di tecnologie digitali avanzate può risultare strategico per promuovere la competitività delle imprese italiane. Basti pensare a come la blockchain può aiutare il tracciamento delle filiere produttive per certificare autenticità e qualità dei prodotti e contrastare il fenomeno dell'Italian sounding o a come l’utilizzo di piattaforme digitali di corporate banking a livello internazionale, come Inbiz di Intesa Sanpaolo, possano garantire alle imprese italiane la sicurezza necessaria per intraprendere operazioni commerciali in nuovi contesti.

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LA CAPILLARE PRESENZA INTERNAZIONALE E LE SOLUZIONI DEDICATE ALLE AZIENDE CLIENTI DI INTESA SANPAOLO
 

Alla luce di tutte queste considerazioni, risulta evidente il potenziale di crescita dell’export italiano ma, dall’altro lato, è anche chiara la necessità di porre un' attenzione continua all'innovazione, alla sostenibilità e all'accesso a strumenti finanziari efficaci per mantenere la competitività sui mercati internazionali. È qui che entra in gioco la necessità di combinare strategie di internazionalizzazione, strumenti di trade finance e supporto istituzionale per assicurare un futuro roseo al Made in Italy all’estero.

In questo scenario, Intesa Sanpaolo si conferma come partner strategico grazie alla sua vasta presenza internazionale e alla capacità di offrire supporto alle aziende nel loro percorso verso la conquista dei mercati stranieri che va oltre la semplice consulenza. Con banche controllate, filiali e uffici di rappresentanza all’estero e una vasta rete di partnership, Il Gruppo Intesa Sanpaolo è in grado di offrire agli imprenditori il supporto di esperti qualificati, servizi strategici in loco su tutti i principali mercati esteri, soluzioni ad hoc per ottimizzare gli investimenti e molto altro.

La piattaforma di corporate banking Inbiz, per esempio, mette a disposizione una soluzione evoluta per il trade finance e il Modulo Estero, un’intera area dedicata alle imprese che vogliono lavorare oltreconfine o puntano a farlo in modo ancora più efficace. In Inbiz possono trovare le informazioni strategiche più utili per crescere sui mercati internazionali, monitorare le operazioni di import ed export, consultare le analisi di prestigiosi provider, insight sui prodotti e aggiornamenti sulle principali tematiche che regolano il commercio internazionale.

Lo sviluppo dell’export del Made in Italy è un'importante opportunità per le aziende italiane se affrontato con un approccio strategico e ben pianificato. Con il supporto di istituzioni e partner solidi, le imprese italiane potranno navigare efficacemente le complessità dei mercati internazionali, contribuendo a rafforzare la reputazione e il valore del marchio italiano nel mondo.


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