Le imprese sono sempre più esposte a un numero crescente di rischi che si manifestano con rapidità e impatto crescenti. Attacchi informatici, eventi climatici estremi, instabilità geopolitica e interruzioni della supply chain sono solo alcuni dei fattori che mettono a dura prova la continuità operativa e la sostenibilità dei modelli di business.
Questi rischi, sempre più interdipendenti tra loro, richiedono una nuova cultura aziendale: consapevole, strutturata, proattiva. Le aziende italiane, in particolare, sono chiamate a integrare nella propria strategia strumenti concreti per la prevenzione, la mitigazione e la gestione delle criticità per aumentare la loro resilienza e, quindi, rafforzare la loro competitività in futuro.
QUALI SONO I PRINCIPALI RISCHI GLOBALI PER LE AZIENDE
Le imprese si trovano ad affrontare un panorama di rischi sempre più complesso e interconnesso. Tra le minacce più rilevanti emergono gli attacchi informatici, le interruzioni operative e le catastrofi naturali, che riflettono dinamiche già in atto nei sistemi economici e produttivi globali.
Secondo The Global Risks Report 2025 del World Economic Forum, il rischio informatico è tra i primi cinque rischi percepiti a livello globale. Le attività di cybercrime, come il furto di dati, il ransomware e le campagne di disinformazione, sono in costante evoluzione e colpiscono trasversalmente tutti i settori. La crescente sofisticazione degli attacchi, unita alla diffusione di contenuti generati da intelligenze artificiali, rende sempre più difficile distinguere tra informazioni autentiche e manipolate, con impatti potenzialmente devastanti su reputazione, continuità operativa e sicurezza dei dati.
L’interruzione delle attività aziendali rappresenta un altro rischio critico. Le aziende temono in particolare il fermo operativo derivante da cyberatttacchi o eventi naturali estremi. Anche brevi interruzioni possono compromettere contratti, ricavi e relazioni commerciali. La crescente instabilità geopolitica e la frammentazione delle catene di approvvigionamento globali aumentano ulteriormente la vulnerabilità delle imprese.
Infine, il cambiamento climatico continua a consolidarsi come la maggiore fonte di preoccupazione a lungo termine, ma anche come una realtà immediata. Catastrofi naturali, come alluvioni, incendi, ondate di calore e tempeste, sono in forte crescita in termini di frequenza e intensità. Gli eventi climatici estremi sono oggi percepiti non solo come una minaccia a lungo termine, ma come una realtà già presente. In Italia, la frequenza e la severità degli eventi naturali estremi — alluvioni, frane, siccità, ondate di calore — rendono il rischio climatico una variabile da includere in ogni valutazione strategica. Negli ultimi dieci anni, infatti, i danni causati da eventi naturali nel nostro Paese hanno superato i 3 miliardi di euro all’anno.
I DANNI INFORMATICI A CARICO DELLE AZIENDE: QUALI SONO E COME PROTEGGERSI
Il tema della cybersicurezza è oggi centrale per tutte le organizzazioni, indipendentemente da dimensione o settore. La crescente digitalizzazione dei processi, l’uso estensivo dei dati e l’integrazione con piattaforme e sistemi esterni aumentano in modo significativo l’area esposta agli attacchi.
Tuttavia, secondo il Cyber Index PMI 2024, solo il 15% delle piccole e medie imprese italiane ha raggiunto un livello di maturità sufficiente per gestire il rischio in modo strutturato. Il 56% risulta poco consapevole o totalmente impreparato, e ben il 44% delle imprese riconosce l’esistenza del rischio ma non interviene in modo efficace.
Nel corso del 2024, in Italia sono stati rilevati 977 eventi cyber, di cui 405 con impatto confermato. L’utilizzo dell’intelligenza artificiale generativa da parte dei criminali informatici ha reso questi attacchi ancora più mirati ed efficaci, amplificando la capacità di danneggiare aziende, filiere e interi ecosistemi produttivi.
Le tipologie di attacco più diffuse includono:
- Ransomware, ovvero il blocco dei dati aziendali con richiesta di riscatto;
- Supply chain attack, attacchi indiretti che sfruttano i fornitori meno protetti;
- Social engineering, cioè truffe basate sulla manipolazione psicologica;
- Deepfake e AI-powered phishing, contenuti falsificati per ottenere accessi e dati.
I danni sono concreti e misurabili: secondo Clusit - Associazione Italiana per la Sicurezza Informatica, negli ultimi cinque anni gli attacchi informatici alle aziende italiane sono aumentati del 300%, con danni medi superiori a 300.000 euro per incidente. E il divario tra la capacità offensiva dei criminali e la capacità difensiva delle imprese tende ad ampliarsi.
Fortunatamente, la risposta delle piccole e medie imprese italiane (PMI), seppur ancora parziale, mostra segnali incoraggianti: nel 2024, il 31% delle imprese ha attivato una copertura assicurativa contro il rischio cyber, quasi il doppio rispetto all’anno precedente.